Caldo afoso di un pomeriggio in cui la gente non era nei campi, ma nel chiuso di rifugi e cantine per la discussione in corso fra tedeschi in partenza e inglesi in arrivo.
Intorno alle 16, sbucano da Paiolo 3 blindati inglesi diretti a Vertine, li vede il prete che inizia a far uscire la gente dai rifugi per andare ad accoglierli.
Alla porta vera di Vertine i blindati non passavano per larghezza e fu per merito di Mariano, che in qualche modo riusci a spiegare che tedeschi non c’erano e non era il caso di buttare giù la cinta muraria.
Il prete aveva fatto uscire tutti dal rifugio dietro la torre, mentre dalla collina di fronte del Vallone (dove i tedeschi avevano comando e cannoni) osservavano attenti il formicaio di persone che si era formato.
Partirono cannonate, una sulla torre, altre disperse nel vuoto, una cade esattamente fra la torre e il rifugio in mezzo a varie persone.
La gioia della liberazione durò poco, urla e lacrime mentre i feriti furono portati nello stallone e curati alla meglio e i morti furono portati nella cappellina in fondo al paese…….
Nazareno Cristofani, Luisa Butti, Ruggero Brocci, Valerio Pagliantini e Pietro Gatti morirono subito mentre sempre per colpa di quella maledettissima cannonata anni dopo seguì Clara Nuti.
La Liberazione fu pagata caramente quel 17 luglio 1944, un lutto piccolo nell’immane tragedia della seconda guerra mondiale, ma sei persone nel fiore degli anni non possono essere cancellate dai ricordi anche di chi non c’era…. ma ha il cuore e i giorni fra questi sassi.
Ricordo doveroso. E sperabile che il comune si decida a rendere possibile questo ricordo anche a chi di passaggio, con una targa per esempio.
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Il comune sotto Vertine ancora non ho capito da che parte sta.
Negli anni passati più che alla storia, al ricordo e al preservare ciò che c’è, mi pareva più dedito e sensibile al calcinaccio e a logiche edilizie che al territorio bene non hanno fatto.
Comunque adesso questo discorso non c’entra, la targa ricordo per queste persone sarebbe cosa buona e giusta, ma non sarò e voglio essere io a chiederla.
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Non conoscevo la storia nei dettagli, mi ha fatto piacere scoprirla, una targa in ricordo è il minimo..
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Una targa in ricordo sarebbe cosa giusta per mantenerne viva la storia e la memoria.
E’ gente di Vertine che va ricordata, non solo nell’affetto dei propri cari, ma per gente che fa parte di una piccola comunità e per quelli che hanno ancora da venire.
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Il tuo scritto è vivo e “toccante” e dal mio punto di vista val più che una targa ….ma capisco il desiderio e lo condivido
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A pensare a queste cose del passato, che bene o male colpiscono e rimangono nella memoria della collettività pare tempo perso, tempo buttato dove non si guadagna niente e da quel punto di vista si ha pienamente ragione.
Però arrendersi solo alla moneta si perde la memoria e le radici e almeno le mia, con un pò di ricordi belli o brutti che siano, non sono in vendita.
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