Non sono i figuranti del calcio storico, nè una rappresentazione di un racconto di Italo Calvino, nè un rifacimento del film “In nome del Papa Re”.
Si tratta del Capitolo Annuale della Lega del Chianti, che si svolge quest’anno a Siena, per il rituale della Messa delle Investiture dei nuovi adepti.
Il rito si celebra nel “garage del Duomo”, (essendo il sacro edificio preso di mira dalle ultime greggi di turisti portati a vedere il pavimento scoperto) nel bellissimo e mistico Battistero di San Giovanni, nella piazza omonima fra ristori e cravattine.
Officia la cerimonia il nuovo Arcivescovo di Siena, Augusto Lojudice, concelebra Luciano Giovannetti, Correttore della Lega, vescovo emerito di Fiesole, colui che cedette a privato la chiesa del Popolo di San Bartolomeo a Vertine.
Al termine della santa liturgia, si sono tenute le investiture dei nuovi Legati e Dame da parte del Capitano Generale, il Barone Giovanni Ricasoli-Firidolfi, da Cacchiano, che rinnova il rito d’intronizzazione tramandato nei secoli, segno della continuità tra l’attuale “Onlus” e l’antica lega militare di origine medievale.
L’investitura consiste in una martellata di legno fra capo e collo, donata ai nuovi adepti, fra cui l’Arcivescovo Lojudice ( che riceverà il “Collare” della Lega del Chianti, la più alta decorazione riservata generalmente ai Prelati di Santa Romana Chiesa); e Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, già assessore alle tradizioni popolari fiorentine, che riceverà la prestigiosa nomina di “Legato ad Honorem”: una “classe” riservata alle personalità del mondo delle istituzioni pubbliche e private e della cultura legate alla terra chiantigiana.
Accoglienza ghiaccia e ironica degli indigeni che si chiedono di che si tratta: fervore fra i turisti che riprendono le scene in panni rossi e oro con ogni ausilio.
Ma poi, come chioserebbe il conte Mascetti, è proprio necessario essere qualcuno?
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