Tre fascine di frasche accese nel forno, segnano l’inizio della lunga giornata di Alberto Magi, che nella sua bottega di grande artigiano, si oppone con un grande sentimento d’amore all’omologazione dei sapori, richiamando al suono della memoria e del senso del gusto, mettendo in azione una serie di verbi all’infinito presente, che sono una distillazione di fatica e dedizione, con la mescola di tre grani diversi.
Impastare, cuocere, scegliere, curare, stendere, lievitare, accendere, infornare, sfornare…
Il buon pane si esaurisce in fretta, come il suo profumo di cottura per le vie di Castiglion Fiorentino, ma c’è la ciaccia (che non è con i ciccioli) bensì nella sua versione estiva,con la salvia.
Farcita o tale, è micidiale, si aspetta l’inverno per gustare la versione più lussuriosa.