Nel mentre che le viti piangono, la campagna si risveglia, le gemme si aprono, l’arancio in terra dimostra come, in certe parti, si sia rimasti immobili e impalati agli anni ’80.
Rette parallele, o meglio binari di diserbante sotto ai filari, in mezzo ai quali, in questo caso, c’è persino l’ipocrisia di alternarli con il favino da sovescio, antica pratica agricola che permette una fertilizzazione naturale del terreno.
Sarebbe molto interessante capire se, gli eventuali consumatori del vino prodotto da questi vigneti, lo berrebbero ugualmente, consapevoli che, al piede delle viti, l’erba, d’improvviso, da verde, diventa arancione, come i gilet ad alta visibilità, per la sicurezza stradale.
E come sempre tutti zitti a vivere in queste meraviglie di terreni che sono privati, ma i cui “benefici” alla fine saranno pubblici.
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E’ una pratica perfettamente possibile, ma non vedo perchè non sia mai rivendicata da chi la mette in atto ai consumatori del proprio prodotto.
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