Si è andati un po’ per ricordi passati, un po’ per ricerca sui libri di Giovanni Righi Parenti,per ritrovare la formula di un Vermutte piacevole, ma stando con i piedi ben piantati nel Chianti.
Un trebbiano fatto di bel panno, ha accolto l’infusione per quindici giorni di un sacchetto di tela bianca con dentro cannella in polvere, chiodi di garofano e noce moscata tritati, un po’ di scorza d’arancia.
Già nei primi giorni l’alcol del vino faceva fuoriuscire dal largo collo della damigiana un raffinatissimo aroma che ricorda il profumo dell’autunno.
Al termine dell’infusione, si rinforza il tutto con alcol buongusto e una giusta dose di zucchero, ma senza la fretta (dei tempi moderni) per assaggiare.
Dopo un paio di settimane ne esce una bevanda gustosa, sia da sola che mescolata con il succo di arancia o con una semplice oliva moraiola tenuta precedentemente sotto sale a spurgare dalla proprie acque di vegetazione.