A distruggere il Castello di San Sano, non furono le scarne truppe Liberali del Senatore Malagodi, ma in epoca precedente (nel febbraio del 1554) le truppe senesi insediate all’Aiola, che con grande ferocia, razziarono e incendiarono l’avamposto fiorentino.
L’anno dopo la guerra di Firenze era vinta e Siena si arrese, San Sano prese la forma di un villaggio agricolo senza tante scintille, almeno fino agli anno ’60 del Novecento, Amintore Fanfani venne insignito della cittadinanza Sansanese nel periodo del primo Centro – Sinistra, osteggiato non poco sempre dalla vicina fortezza dell’Aiola, divenuta appunto, feudo di un condottiero senza truppe come il Senatore Giovanni Malagodi, condottiero degli agrari.
Sempre negli anni ’60 il maestro elementare Ferdinando Anichini, che insegnava ai suoi alunni ad amare questa terra arida, carica di contese (e va detto, anche di servi) dopo una partecipazione a un programma televisivo del grande presentatore Corrado, dove imitando malamente una ranocchia ebbra di vino del Chianti, se ne torna con una piccola somma, che intende utilizzare per dare lustro culturale al paese.
Contatta Plinio Tammaro, famoso artista senese e conia la “Rana Beona”, la “granocchia che beve dal fiasco e getta acqua dagli zampilli.
Da lì parte una festa con al centro la pittura, con opere di grandi artisti appese per tutti i muri del paese.