“Gentilezza al sapore e grazia al profumo”, parole di Bettino Ricasoli che dal feudo di Brolio, si immergeva nello studio della formula per arrivare al vino sublime.
La malvasia, in questa formula, forniva rotondità e piacevolezza, grazia e bevibilità al sangiovese, che da solo, per la sua robustezza e alta acidità, raschiava il palato ora come allora.
Tolto dal disciplinare del vino Chianti Classico ormai da diversi anni, la malvasia è la base principale del vinsanto, nei pochi vigneti che ancora la contengono.
Eppure, con il radicalizzarsi delle stagioni in un fuoco torrido, che fanno esplodere le gradazioni e la robustezza dei vini, l’aggiunta di un sano tocco di malvasia (e anche di canaiolo) potrebbero dare la spinta per la produzione di vini più piacevoli e profumati.
L’alternativa, è la ricerca di terreni posti sempre più in alto o sempre più in basso per non avere la castrazione di profumo e bevibilità offesa dal calore.