Chianti Classico Pagliarese Riserva 1982 campione sigillato a cera lacca per l’esportazione

La mattina del 4 aprile 1989 sulla scrivania del piccolo ufficetto di cantina erano state appoggiate 6 bottiglie della Riserva 1982 con accanto il fornello a gas, il pentolino della cera lacca, sei cartellini con su scritto il quantitativo di cartoni da 12 bottiglie e il nome dell’importatore.
All’epoca per l’esportazione arrivava Santino – il vigile urbano famoso per aver fatto una multa alla moglie nel centro di Castelnuovo Berardenga rea di aver lasciato la macchina di qualche palmo fuori dalle strisce – che sigillava i campioni facendo passare un nastrino con su attaccato il cartellino dei dati dove colava della cera lacca calda e apponeva il timbro dei vigili urbani.
Di queste bottiglie una rimaneva in cantina, una ai vigili e quattro venivano portate a cura dell’azienda presso un laboratorio di analisi a Siena il quale rilasciava tutti i dati analitici del vino che finivano allegati alla bolla di accompagnamento.
Di queste bottiglie che rimanevano ogni tanto si faceva pulizia e venivano divise fra il personale di cantina.
Diverse di queste bottiglie sono amorevolmente custodite insieme ad un affascinante bagaglio di ricordi e di modo di fare il vino senza fronzoli, senza orpelli, senza divi che dicevano cosa fare per fax o per telefono, senza i lustrini del mondo vinario di oggi.
In sintesi niente antani e tanta uva buona portata in cantina, fatta fermentare in vasche di cemento, con una diraspatrice che avevo un fremito in senso orario, a lavatrice in centrifuga, una pompa a pistoni prima con la campana di ottone, poi  una con la campana di acciaio, rimontaggi, svinatura, di nuovo nel cemento nella parte più calda della cantina, travaso nelle botti di legno di varie pezzature, qualche travaso per rimuovere le fecce, poi filtro e in bottiglia.

Sangiovese, ma anche canaiolo e malvasia bianca, tre anni di botte da 67 hl, 20 mg/litro di solforosa libera, filtro sgrossante, quindi largo (il supra 1000 della seitz) e nelle bottiglie fra la fine del 1986 e i primi mesi del 1987.
Il tempo di crescita, fattore determinante della longevità del vino e la sua conservazione in un luogo fresco e al buio una volta nel vetro.
Dopo 32 anni dalla nascita del vino, da 28 dalla sua entrata nelle bottiglie, da 25 dal sigillo apposto da Santino, viene rotto il cappello di cera ed estratto il tappo che un po’ si sbriciola ma che si estrae senza difficoltà e senza farlo andare nel vino.
Il primo impatto è un colore antiche bandiere della contrada della Torre un profumo avvolgente di arancia schietto, marcato, affascinante come una notte di San Lorenzo.
Riposa nella bottiglia per le tappe di avvicinamento all’arrosto girato.
Diventa polvere di cacao, leggera nocciola, salvia, si chiude con le ultime tre dita della bottiglia con un leggero sedimento di colore, arriva una nota nitida di tabacco e una profonda e silenziosa riflessione sulle tante bischerate che circolano intorno al vino oggi.

Un pensiero per Santino, per Gino, per Giulio Gambelli, per la signora Alma Sanguineti.
A Lapo che giusto ieri compiva sedici anni e così può annusare (dall’Inghilterra) il pranzo in suo onore.

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9 risposte a Chianti Classico Pagliarese Riserva 1982 campione sigillato a cera lacca per l’esportazione

  1. Barbara ha detto:

    Un vino da campioni nato nell’anno della vittoria dei mondiali un vino pulito e ancora con un cuore è un anima come il calcio di allora e che oggi non esiste più.

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  2. francesco ha detto:

    Sentir parlare di vino dal di dentro in questo modo, lo fa apprezzare pur non avendolo assaggiato.

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  3. Francesco Sarri ha detto:

    Bottiglia che bramerei di assaggiare !!! 🙂 avercene vini così 🙂

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  4. anna ha detto:

    mi ritorna in mente………..cantava Battisti
    Pagliarese riserva 85 bevuta alcuni mesi addietro…..
    sconvolgentemente giovane !

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  5. antonio ha detto:

    Questo si che è parlare di vino e trasmettere poesia e cultura.

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  6. ciro ha detto:

    Provo tanta invidia per voi che avete assaggiato quel vino.

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