Il 25 aprile con la panchina del Popolo di Vertine

Con i cappotti e i piumini come nemmeno a Natale si è celebrato un nuovo 25 aprile in una forma che qui non è mai una festa retorica e protocollare.
Una giornata che è alla base del nostro passato e del nostro presente e futuro, che ci ha permesso di vivere nella diversità di idee o credi religiosi senza che questo comportasse guerre per quasi ottanta anni, che nella storia del nostro paese è un recod fra i più importanti mai conseguiti.
E un ricordo per quanti nella Prima, come nella Seconda Gerra Mondiale hanno perso la vita e questo sia un monito per dire sempre no alla guerra che – come sempre avviene – vede sempre soccombere le persone normali e quasi mai i mandanti.

E per l’attualità dei tempi correnti, c’è un dono che il Popolo di Vertine fa a se stesso e a tutti quanti verranno in questo splendido angolo di Chianti:una panchina rossa che rimarrà fissa davanti al Monumento ai Caduti come punto di ossevazione, contemplazione e riflessione, ma anche come avviso che non può e non deve esserci violenza nei confronti delle donne.

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