Nel libro “La storia del Chianti” di Giovanni Righi Parenti (farmacista, erborista, scrittore, poeta, storico e cultore del buon vino e del buon cibo) dedica ben due pagine dense di notizie sul Pian Tondo, il colle che sovrasta San Gusmè, luogo di studi e di scavi archeologici, condotti nella primavera del 1977.
Sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologica della Toscana, per circa un mese, vennero in loco condotti gli scavi sotto la direzione della dottoressa Anna Talocchini e l’assistenza tecnica di Enzo Mazzeschi.
I primi sondaggi iniziarono nel settore ovest del pianoro e portarono alla luce una lunga canaletta, dove ammassati, vennero rinvenuti resti di terrecotte e ceramiche.
La canaletta aveva direzione nord – sud, profonda 80 centimetri, conteneva i materiali rinvenuti per 45 centimetri.
Il recupero di questo materiale occupò la gran parte del tempo, resti di elementi architettonici, nella parte superiore e vasellame in quella inferiore, ma resta da individuare l’origine di questo canale, che al momento sembra estraneo alla costruzione individuate successivamente.
Ci sono comunque i resti di una costruzione che fanno ipotizzare si tratti di un luogo sacro.
Il materiale architettonico recuperato nella canaletta è composto da embrici e coppi, ma sono presenti frammenti di pannelli decorativi e lastre lavorate con motivi quadrangolari e rotondi, antefisse a volto umano, protome, un pinnacolo, il tutto realizzato con una cottura non uniforme. Per i vasi è presente il bucchero, poculi, tazze e kyliz.
Lo scavo nel settore est del pianoro ha portato a conoscere un sistema di palificazioni molto complesso di cui sono restate le buche, con tracce di legno carbonizzato e pochissime presenze di materiale fittile, frammenti di tegola, frammenti di lastre di rivestimento, piccoli pezzi di ceramica in bucchero, mentre sono presenti pietre di alberese, alcune delle quali, hanno cenni di lavorazione.
Del complesso a doppio colonnato, è stata scavata la parte angolare del fronte est, per una lunghezza di 44 metri e la parte nord per 24.
Dai sondaggi effettuati, parrebbe che il colonnato contorni un vasto cortile centrale, altra canalizzazione con pietre e lastre è situata al centro del presunto cortile.
Nel fianco ovest – sud sono stati rinvenuti alcuni doli in frammenti, sempre dal fianco della collina è venuto fuori un rocchio di colonna in pietra.
Si è notato in tutto lo scavo, una mancanza di metallo ad eccezione di una consumata lamina in bronzo.
Basandosi sui resti architettonici, si presuppone l’insediamento in epoca arcaica, nella metà del VI secolo a.C. e il suo sviluppo entro la fine del V.
Senza ulteriori scavi resta impossibile scoprire le cause dell’abbandono dopo un così breve periodo, ma si può concludere che le costruzioni fossero in gran parte di legno, con tetto e parte delle pareti in laterizio.
Fonti: Relazione preliminare dell’Ispettore E. Mazzeschi alla Soprintendenza in data 3.3.1977 e del 30 agosto 1977.
Pubblicazioni e studi su alcuni vasi arcaici della zona del Chianti della dottoressa Bocci
La Nazione, pagina 7, Cronaca di Siena del 29 novembre 1977
Le origini e miti archeologici, Edizioni Olschki, Firenze, catalogo esposizione di una mostra ai Magazzini del Sale, Palazzo Pubblico Siena
Giovanni Righi Parenti La storia del Chianti, Edizioni Polistampa 2005
Pingback: Calidonio, il cinghiale archeologo del Pian Tondo | Andrea Pagliantini
Scusa, sarebbe Campi?
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Quasi, si trova proprio di fronte a quel piccolo borgo di case rurali sopra a San Gusmè.
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