Il Consorzio di bonifica 6 (composto da regione, comuni e provincie di Siena e Grosseto) continua a ripulire i corsi d’acqua con tagli radicali e indiscriminati tutta la vegetazione desertificando di fatto le sponde.
I torrenti Tressa, Riluogo e Arbia sono stati spogliati dalla loro vegetazione facendo terra bruciata di piante secolari e arbusti per fare cippato o tavole di legno.
Interventi che oltre a modificare micro clima e habitat per specie vegetali e animali, compromette pesantemente la tenua degli argini alla prima pioggia torrenziale a cui da anni siamo abituati a fare un conteggio dei danni una volta tornato il sereno.
Prendere coscienza, capire, maturare un parere ed esporlo è sempre più dannatamente difficile in virtù di mancanza di una coscienza civica, paura di mettersi di mettersi contro “potentati” politici, economici che fanno riferimento a quella cordata, a quella sezione, a quella parrocchia, a quel foresto arrivato con un paniere di soldi a portare la civiltà nei luoghi in cui è sbarcato. Meglio continuare a divagare quotidianamente su corna altrui e poca consistenza calorica di chi si ritiene abbia pochi spiccioli in tasca che prendere atto che il luogo in cui si vive è a rischio.
A Pianella (Castelnuovo Berardenga) un centinaio di persone colorate hanno partecipato ad una camminata di protesta contro il taglio indiscriminato e selvaggio partendo da piazza Jan Palanch per arrivare al ponte sul torrente Arbia da cui si può ammiarare l’effetto di ruspe e motoseghe usate senza criterio.
Alla prima acquata le sponde denudate non terranno la forza delle acque e temo che saranno spazzate via……
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L’attuale intervento radicale, troppo radicale, fa da contraltare alla situazione di totale abbandono alla vegetazione che gli alvei dei corsi d’acqua in genere mostrano. Non va bene spogliare completamente le ripe dei borri, ma neppure lasciare che diventino delle selve impraticabili. Purtroppo l’abbandono, come sempre, e’ legato al disuso. E anche la soluzione estrema di desertificare le ripe rappresenta il classico rimedio improvvisato (sempre che non ci siano dietro altri interessi) in assenza della soluzione reale: ricreare un uso virtuoso dei corsi d’acqua e delle ripe in modo che la loro manutenzione ne sia la naturale conseguenza e presupposto.
Un esempio di uso virtuoso dei lungo fiumi per restare al nostro immediato territorio, come gia’ ti dissi a suo tempo, potrebbe essere un bel progetto di percorribilita’ podistica e equestre di tutto il lungo Massellone da Gaiole fino alle Granchiaie, e magari poi da la’ fino a Pianella lungo l’Arbia. La valenza escursionistica del percorso sarebbe evidente, con possibili collegamenti alla storia del territori: i due versanti della valle del Klante, rive droite (fiesolana) e gauche (aretina); seguiti dai due versanti della valle dell’Arbia, parte senese (Berardenga) e parte fiorentina (chiantigiana).
La vocazione al turismo “slow” di questo territorio mi pare che vada soltanto coltivata, essendo gia’ ampiamente radicata grazie anche a eventi come l’Eroica.
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