La Certosa, situata a pochi chilometri da Siena, nel comune di Castelnuovo Berardenga, sorge su un colle che guarda da lontano l’antica città medievale.
Venne fondata nel 1353 dai padri certosini e ampiamente ricostruita nella seconda metà del ‘500 a seguito delle distruzioni delle truppe imperiali filo papali nel corso della guerra di Siena.
Il complesso architettonico è diviso in tre parti. Intorno al chiostro grande le celle dei padri certosini, poi la parte dedicata ai conversi e infine intorno al chiostro piccolo, la chiesa, il capitolo, il refettorio: vera e propria anima del corpo architettonico.
Attraversando il chiostro piccolo, si accede al chiostro grande e qui giunge un senso di pace, un richiamo al silenzio, rotto dagli unici suoni che sono le voci delle rondini.
Le rose con il loro profumo abbelliscono maggiormente il chiostro.
La chiesa conserva pochi elementi Trecenteschi, rimaneggiata nel Rinascimento mostra una navata unica con tre ampie volte a vela e Interamente affrescata in ogni suo lembo con storie dedicate a S. Pietro e Brunone di Berardino Poccetti, fiorentino, Francesco Vanni, senese e con storie del Cristo realizzate da artisti minori del XVI secolo. L’elegante coro ligneo di Domenico Atticciati, abbraccia la chiesa come un’iconostasi.
I Certosini lasciarono Pontignano alla fine del Settecento, i Camaldolesi la abbandonarono a seguito delle soppressioni napoleoniche. Già di proprietà dell’università di Siena, oggi è residenza d’epoca.
Infine, uno sguardo al piccolo ma pregevole giardino all’italiana, in cui la perfetta simmetria delle linee definisce lo spazio fatto di siepi, fiori, mille varietà di rose, limoni e un viale prospettico in cui le viti disegnano con maestria, l’ultima romantica linea geometrica.
In ogni posto che vai, una rondine ti segue…. non credo sia un caso…
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No, non credo che la presenza della rondine in ogni luogo possa essere un caso..
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