Cartolina dei primi del novecento, inviata con ogni probabilità dal conte Piero Busatti, come era di moda all’epoca fra nobili e possidenti per far vedere chi ce l’aveva più lungo.
Da notare, alla sinistra, in corrispondenza con il primo edificio, un esile cedro, che con la sua superficie alare, mette in ombra solo una piccola porzione della costruzione.
Attualmente, a distanza di oltre un secolo da quello scatto, la pianta, la con la sua mole in continua espansione, sopravanza nettamente il mattone, offrendo riparo, refrigerio e una pregiata accoglienza a chi varca, per vino o passeggio, il cancello di questo tranquillo posto magico assecondato dal sangiovese.