Per fortuna, quelle carogne della brigata Goering avevano una pessima mira, quando Vasco portava di nascosto qualcosa da mangiare ai meritori renitenti di Salò rintanati nella zona di Parabuio e correva come un daino più forte che poteva incurante degli ostacoli, dei pruni, dei sassi e dei dirupi.
E sempre in quei giorni, quando arrivarono gli inglesi, mentre usciva dal rifugio, fu ributtato dentro quando iniziarono le cannonate e fecero un massacro di cinque uomini e quindici feriti, fra cui sua sorella Clara, che anni dopo a causa di quelle maledette cannonate venne prematuramente a mancare.
Battutista sopraffino, tante le sue passioni, fra cui le bocce che l’hanno riempito di coppe, premi e tanti salami, bottiglie di vino, targhe e spalle.
E il ciclsimo, che l’hanno portato in lungo e in largo per l’Italia, conosciutissimo e fotografato, famosa la salita di Monte Sante Marie per una delle prime edizioni dell’Eroica, in cui, allo stremo delle forse rimase immobile sui pedali, per poi franare in terra davanti a una selva di fotografi, ai quali ridendo disse di non fotografarlo.
E a lui si deve il merito di aver infilato in bicicletta il Brocci, futuro inventore de L’Eroica.
E il figlio del Brocci, venuto anni indietro a tappare di buchi fra i postini, si aggirava pensieroso per Vertine, incerto sul da farsi per alcune lettere da comsegnare a Vasco Nuti, che non sapeva chi fosse.
“Ma lo conosci il Pipa?”, “Si,certo che lo conosco!” “e allora la posta dalla al Pipa, che è lui”.
Ortolano, viticoltore, ciclista, muratore, stradino, potatore di ulivi, coltivatore di funghi porrcini nell’orto, giocatore sopraffino di bocce, strepitoso quando fa la conserva o porta le zucche a braccio. Anima di Vertine.
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