San Sano è un bel posto dove vivere, perchè passeggiandoci di giorno, come di notte, si percepisce il senso di comunità, quel calore umano fatto di rapporti e di cura.
I vasi dei fiori perfetti davanti le porte e sui davanzali, i panni stesi, il parcheggio con le macchine disposte a lisca di pesce e nessuna fuori gli spazi predisposti, il suono dei piatti tolti dai tavoli, dopo una serata piena di persone alla Grotta della Rana.
Un paese piccino, una contea della Diocesi di Fiesole accerchiata da quelle di Arezzo e di Siena che sono poco distanti, un campanile a vela, un castello distrutto dai senesi dell’Aiola, fra le tante legnate scambiate con i fiorentini.
Un paese dell’arte pittorica, dell’arte della cucina con la vecchia bottega retta da generazioni dalla famiglia Pianigiani che regge una cucina tradizionale sublime, una piccola azienda vinicola, nata da alcuni anni, Matteoli, che proprone un sangiovese con una punta di merlot, che è una seta in supporto ai piatti di cacciagione ungulata e agli stracotti al Chianti.
Due passi nel silenzio della notte a guardare le stelle, l’acqua che pisciola alla fontana della Rana di Plinio Tammano, il vento diaccino che smuove le punte delle piante e pizzica le gote come faceva il Maestro Anichini, quando dopo tanti anni rivedeva i propri alunni.
C’è tepore nel profumo di legna bruciata che esce dai camini, domani si rialza il sole e la cucina della Grotta riaccende i fornelli, il Matteoli rimette in moto il trattore per stirpare le vigne.