Nel 1960 il giovane Ministro dell’Industria Emilio Colombo, accompagnato dal rotondo Vescovo di Siena Ireneo Chelucci, inaugurano democristianamente, al cospetto della cinepresa della Settimana Inom, lo stabilimento IDIT (Industria di Disidratazione Isola Tressa) posto sulla Cassia, al centro della Val d’Arbia.
Il Ministro Colombo “gusta” uno yogurt realizzato pochi istanti prima con polvere e acqua, con un fare e uno stile fra il gentiluomo democristiano e il reverendo di campagna.
Una torre di oltre settanta metri, dentro la quale si sarebbero dovuti disidratare ortaggi e frutta per renderli conservabili all’infinito in una polvere sottile idrosolubile, pronta all’uso come alimento.
La società fallì in pochi anni, il sogno di industrializzazione della Val d’Arbia, si fermò in pochi istanti e rimase quel birillo di torre a svettare fra i campi di girasoli, di granturco e il fumo della locomotiva della linea ferroviaria che passa accanto.
Un punto di riferimento non di poco conto per camminatori e viaggiatori di ogni tipo, un tubo vuoto di cemento bianco da edificio decrepito, che Carlo Vigni, fotografo nato a Siena, rimette al centro del dibattito culturale e dell’attenzione sul cosa farne.
Un recupero quale manufatto di archeologia industriale o un abbattimento quale troiaio appurato?
La mostra fotografica di Carlo Vigni, a cura di Carlo Nepi e Francesca Sani, è visitabile fino al 31 gennaio presso il complesso museale del Santa Maria della Scala a Siena.
Evviva!!! Mi ero sempre chiesta a che cosa era servita quella ciminiera!!!! Grazie grazie grazie per averlo svelato…e grazie anche per la descrizione ironica del fatto!!!
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