Pieve a Pacina, rondine, pino solitario, arnia e grano

Pierre Auguste Renoir, soleva dire che: “Quando si tratta di un paesaggio, io amo quei quadri che mi fanno venir voglia di entrarci dentro per andarci a spasso”.
Oppure sovviene l’amarezza interna di un delicato amore riposto alle radici del grano d’inverno, negli aghi di un pino solitario, in una lacrima di maggio che riga il volto, i campi, le vene e le sorgenti della vita come un’ustione permanente.
Silenzio, viso nel vento, sguardo alle crete da un lato, al bosco e alla vigna dall’altro, in mezzo ventricolo di pasticciotto della Berardenga.

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