Stamani il cielo è come se piangesse ininterrottamente lacrime fini e fitte, consapevole di aver portato via un raffinato velluto e broccato al suo paese e a quanti (tanti) lo avevano conosciuto, nella sua bottega di sarto magistrale o come custode della chiesa della Compagnia, spiegando sempre in modo appassionato, la bellezza dell’opera di Pietro Sorri, con la sua Annunciazione o le installazioni del Presepe, dentro o fuori la Compagnia.
Era a San Gusmè negli infausti giorni della Albicocche Rosse e dei Martiri del Palazzaccio.
Un credente, a cui si augura un sereno sguardo benevolo verso chi rimane, certi che, se al prossimo Palio dovesse vincere l’Istrice, torneresti indietro.