Il contratto di mezzadria

angelo tommasi le ultime vangature 1892

“I patti comuni fra i proprietari e i coloni e mezzaioli, sono la divisione a metà di ogni raccolto, levato prima a monte comune il seme che l’ha prodotto, quale in origine si è posto per intero dal padrone, che per conseguenza lo tiene perso continuamente per metà.

Si leva ancora dal monte comune la decima al parroco, l’appalto del veterinario e la tassa del fabbro per le assottigliature delle zappe e dei vomeri, quali sogliono essere da uno staro a due per podere e per titolo.

Si divide a metà lo scapito e l’utile del bestiame, che col titolo di soccida si consegna alla custodia del colono per il valore di stima che si dice alla poderanza.

Si consegnano pure a stima con il bestiame i fieni, le paglie e ogn’altro foraggio, dei quali si divide a metà il retratto se si vendono, o si paga a metà se si comprano, e in questo caso il proprietario paga e segna per non risquotere ordinariamente mai.

Sono a metà i pali e sostegni per le viti, com’anche gli ingrassi che si comprano per la semente, sempre ricorrente che il padrone pagale.

Sono a carico dei coloni glii strumenti aratori, carri, con tutti gl’altri ferri e attrzzi necessari alla coltura dei poderi, le fosse camporaiole.

Le fosse maestre, quelle adiacenti alle strade, i muri a sostegno di guardia…. sono a intiero carico del proprietario.
La foglia di gelso è di solo profitto del padrone e sono di suo esclusivo carico la potatura dei mori, e se nel fare i bachi da seta manca della foglia il proprietario la compra, senza far pagare ne la metà ne altra porzione al soccio che ha la metà dei bozzoli.

I coloni pagano un piccolo dazio a denari contanti, un numero di polli e uova, per dare un certo compenso, pare all’orto che si permette loro utilizzo esclusivo, del taglio della legna da fuoco e da altri usi, e per l’anti parte delle fave e fagioli in erba, uve, pomi, che sogliono farsi le famiglie dei contadini.

Le tasse regie e comunitative sono a carico dei proprietari.

Oltre alle qui indicate detrazioni sono a intiero carico dei padroni il mantenimento delle coltivazioni, delle case coloniche, aie, l’agenzia, la guardia dei boschi, il mantenimento dei tini.
Gonfaloniere di Rapolano B. Patrini 15 dicembre 1820.

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