“Aia” antistante il Teatro del Popolo di Rapolano Terme, (dal ricchissimo cartellone estivo).
Code per entrare, causa la carta verde di circolazione ai vaccinati e per la torsolaggine di una signora che ha scaricato il modulo sbagliato e diventa anteprima gustosa e goffa prima dell’esibizione che da lì a breve andrà in scena.
I bambini seduti in prima fila, che suggeriscono, chiedono, interagiscono con gli attori sono uno spettacolo nello spettacolo.
Un anziano clown che giunge con la carrozzina, i movimenti lenti, le parole impastate, le ciabatte che si sfilano e si perdono sul palco, la voglia di rivalsa e di fasti passati, mentre i suoi giovani colleghi un po’ lo prendono in giro, un po’ lo fanno correre con una renna che lo rende agile e veoloce come una biga invece della carrozzina.
Attori, mimi, rumoristi e anche atleti e giocolieri: artisti del circo che si inventano equilibristi dentro un cerchio come un ondulante uomo vitruviano, giocolieri di cappelli e birilli.
Il clown è da sempre la bandiera del triste uomo in disparte che solo per qualche istante riesce a far ridere il pubblico di sè.
Qui è un anziano, un ultimo, che reagisce, ha la forza dell’orgoglio e al pari dei suoi giovani colleghi, non è da meno nelle acrobazie dello spettacolo.
Una maschera di gomma, svela il mistero: il suo corpo è giovane, il suo accento emiliano, la sua bravura che insegna rispetto e riscossa è un bel messaggio in bottiglia per gli spettatori.
Madame Rebinè: Andrea Brunetto, Max Pederzoli, Alessio Pollutri