La solitudine del maratoneta è la caratteristica predominante di questo sport, nel quale spesso si è soli, al cospetto della strada, nel suono delle proprie scarpette sul breccino, nel tepore della campagna colorata autunnale, fra fagiani si risvegliano, cornacchie si stirano, lepri che vedono passare qualcuno alla loro velocità, sole che evapora in nebbiolina fina, l’umido della notte.
Al cospetto della leggera salita che porta al leccione di Brolio e del film “io ballo da sola”, c’è una festa di partecipanti, che si, corrono, concentrati sul proprio andare, ma si meravigliano di quanto intorno la natura, l’architettura, il lavoro costante e paziente nei secoli hanno scolpito.
Ognuno dei partecipanti si porterà a casa una luminosa giornata di sole, un’evasione con meta finale, che dura un giorno, lontani da mogli, amanti, mariti, cattedre, uffici, botteghe.
Una zingarata amorosa fra le bellezze del Chianti e della Berardenga. Fonte: Il Cittadino.