La Festa Contadina di Asciano

Alla fine della seconda giornata della prima edizione della Festa Contadina, sopra il cielo di Asciano, a corona della basilica di Sant’Agata, compare un repentino arcobaleno durato pochi istanti, che cinge di successo una manifestazione genuina e spontanea, che mette sul corso principale del paese le arti e i lavori di un passato ormai remoto che solo talluni ricordano.
Le “peghere” (gli imbuti di legno) i barili e le bigonce, le ruote dei carri, l’ago del sarto, le forme del calzolaio, i ferri del fabbro e del maniscalco, le tinozze delle lavandaie, zappe, vanghe, vomeri per la dura terra di creta, i piccoli ingranaggi dell’orologiaio.
Le oche impassibili, il maialino che assaggia l’uva e diventa irascibile, rifiutando sdegnosamente una patata a fette e piccoli pezzi di pane, a sinonimo della sua viva intelligenza e del fine rapporto parentale con i buongustai cinghiali.
Una versione ascianese della minestra di pane con patate e fagioli passati, bietola, pomodoro, che saltata in padella con olio come si deve, è un dolce sentire.
Le spalle larghe della Pro – Loco di Asciano, che smessi i panni Eroici dei rifornimenti nel percorso dei ciclisti, Piazza del Campo compresa, si rimbocca le maniche e inventa la festa dei vecchi lavori e dei sapori antichi di ciò che c’era e si facevano bastare e avanzare. Fonte: Il Cittadino.

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