Niente, lasciato dietro di loro, che non sia stata un’impronta delle scarpe nella terra semolata delle strade bianche o nella proda di qualche vigneto dalle foglie incandescenti, crettata dal sole o dai cingoli del trattore.
E’ persino banale, quando un popolo appassionato di corsa all’aria aperta si mette insieme e si tuffa in una bellezza che per tanti è quotidiana, ma per molti rappresenta un punto di pace e di stimolo dopo settimane pesanti.
Un’organizzazione perfettamente oliata, con svariati punti di ristoro sul percorso: sali, acqua, banane, un incoraggiamento e un saluto.
Con Mauro Clarichetti, presidente del comitato organizzatore che passa a salutare i volontari in ogni punto di ristoro: questo l’epicentro dell’equinozio d’autunno.