Sotto l’accogliente e ampia ombra refrigerata di un raffinato esemplare di castagno, con la compagnia di pagine intense che narrano miserie e vicissitudini italiche, condite di qualche grande ideale che poi immancabilmente affoga miserevolmente nel proprio benessere.
Un libro che affresca l’Italia ancora da farsi e poi i primi passi di un qualcosa che sempre si ripete: arrivismo, servilismo, sciatteria, robustezza con i deboli, morbidezza con l’ignobiltà dei tempi e dei prepotenti.
Sembra che le foglie di castagno mosse dal vento, compongano un valzer brillante fra Verdi e Nino Rota e i brividi che ne derivano, poco ne è limpido il risvolto, se siano di pace o mandino al Dante che fa perdere ogni speranza a voi ch’entrate o s’aggomitola.