Vertine, il restauro della croce di Sant’Anna

Infilata (come merita) in un folto greppo oscuro avvolto di macchie quella croce fatta con il legno di risulta da un pancale, nel disamore e nel placare quel poco di coscienza per aver ribaltato il cippo e aver provveduto dopo anni al suo rialzamento, mentre si edificavano spazi e abusi ritenuti più importanti e appaganti al proprio essere ipocritamente credente, ecco che si materializza un legno nuovo, ben trattato.
Non che una croce fatta da legno di recupero di pancale e con una traversa di pochi centimetri sia da considerarsi di minor valore.
Minore erano solo amore e percezione di un qualcosa che c’era da tempo immemore, dove il vecchio Beppe della Casina, dette fondo a tutto il suo vinsanto il giorno dell’inaugurazione della strada comunale di Vertine, pur di non chinare il capo a indegni gerarchi di regime.
Il cuore batte sempre forte fra chi è stato, ha vissuto o è nato nel Popolo di San Bartolomeo a Vertine, che pur stando sempre discosti dall’incenso e certi di non essere indotti in tentazione da quei turbamenti, osano dire, ma soprattutto osano fare opera di restauro della memoria.
E infatti arriva Patrizio da San Giovanni con una stecca di abete verniciata, il tiragraffi del gatto segato a mezzo per tirarci fuori il bicchierino per i fiori e la posiziona al posto del pancale.
Altri amatori che passano, non hanno difficoltà a fare spazio fra la vegetazione, per rendere il cippo più visibile a chi passa, come era una volta.

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