A Pacina, le foglie non muoiono come nella tradizione di Prevert, ma si rinnovano di anno in anno, per risplendere in uno dei luoghi più romantici al mondo e dove i sentimenti si animano e si riossigenano in perpetuo.
In tutto questo, giunge con la botola cagnolina grigia dal nome Maria Antonietta, la Fuksas moglie, di nobile casata repubblicana, che di fronte ad incogniti storici dell’arte ed eruditi pieriodisti in contemplazione, si unge le meningi di gel e a loro altezza spara che “Lo champagne non era di suo gusto perchè troppo mielato”.
Succede spesso con le annate della valle del Don vendute come francese, o avendo a che fare con provinciali ossequiosi che anche se hanno i galloni amministratori, si scappellano in ossequio, mentre costei si erge a madre badessa.
Agricoli fotografi potatori, di fronte a simil Accademia della Caccola, si illuminano intenso d’immenso e pensano al Marchese del Grillo, non della colonna poco distante, ma quello che sempre zompa e piglia tale manifestazione orafa come martufella errante.
Accademia della Caccola è la categoria perfetta…
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Il distanziamento viene naturale 🙂
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