Ben prima che si scortecci il buio, lasciando spago ai primi sbadigli dei raggi del sole, dal lago di Torre a Castello, si forma un corteo di nebbia montata a velo che si alza e diffonde nebulizzando di umido gobbe, scese, salite, binari di treno, pecore e cani guardiani.
Un lumino che avanza nel buio non è un fuoco fatuo, ma un temerario ciclista che coperto di giornali assapora la fine del buio e l’inizio del giorno macinando tubolari sul breccino.
Viene dalla mitica cima del Monte Sante Marie e saluta felice, aspettando sereno che un trattore con un marchingegno strano svuoti e ripulisca le fossette della strada a sterro.
Intanto la nebbia a velo si sofferma e ammolla, scivola e si dissolve piano dipanandosi alle basi dello scoglio che sostiene la capitale delle Crete: Mucigliani.
Sotto la stalla del cavallo guardone giunge un bullettaio ciclistico che in compagnia di due amici brasiliani si involano beati pedalando verso le Sante Marie.
E’ così ogni volta, è così tutto l’anno, fra l’improvviso rumore dell’alzarsi di uno stormo di piccioni, lo scricchiolare di tubolari nel breccino, è il suono caratteristico di questo piccolo, imponente angolo di mondo.