Un edificio a base medievale, poi aggiornato e ingrandito nel corso dei secoli per diventare una casa poderale a due passi da Felsina, probabilmente sede di un ospedale nel lontano 1200.
Un po’ in disuso, ma splendida testimone silente di un passato contadino storicamente recente, ma nella vita e nella memoria di tante persone, abbondantemente dimenticato.
Ovvero quella saggia legge non scritta che predicava amore e uguaglianza: “Quel che c’è, c’è per tutti”.
Ai tempi attuali, uno splendido luogo di cammino e pensieri sotto un rigoglioso noce, di fronte a una campagna decorata di trina.
Ai tempi attuali, è uno splendido luogo di cammino e pensieri sotto un rigoglioso noce, di fronte a una campagna decorata di trina.
Poi i marrani, coloro che con una bomboletta di colore si sentono artisti, filosofi, cantori del disagio moderno, che manifestano imbrattando mura e porte con disegni idioti, arrivano e mettono la loro incivile firma su muri e porte. Fonte: Il Cittadino.
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