
















Sotto la cenere, covano braci che non aspettano che l’occasione di rendere un po’ di speranza e di tepore a tutta quella socialità sopita e distanziata di questi mesi difficili, per alcuni duri o durissimi, conditi da filamenti di tristezza.
Il giorno della Libertà ritrovata, non poteva passare indenne nel borgo della Berardenga, mai domo e animato come lo sono tutte le comunità di persone che si riconoscono e ritrovano in un luogo, a volte anche lontano, ma caro.
Una camminata nei luoghi di una tenera storia lontana e di un film: la storia dei tre fratelli Anati, ebrei, che dalla Firenze del 1943, fuggono per non essere deportati e trovano rifugio nei pressi della Villa, (aiutati dal Partigiano Vasco Corti e da Archimede Secciani) dove ritornano, nel 2017, a tanti anni di distanza e dove la storia viene posta in una pellicola dal titolo “Shalom Italia“, della regista Tamar Tal Anati.
E in tutto questo mestiere di riflessione e di ricordo, la gioia di riaccendere le braci per la realizzazione di un prelibato pranzo da asporto di pici, sugo al cinghiale, tegamina e caci, il tutto avvolto in splendide pezzole come facevano i contadini andando per campi.
La gioia di rimetter mano ai fornelli, a un barlume distanziato di socialità e condivisione, una splendida giornata di sole che accarezza i papaveri mai domi della Villa a Sesta.