Il ponte di Ravacciano, come un’opera di Christo

Christo Yavachev, artista naturalizzato statunitense, di origine bulgara, scomparso alla fine di maggio di quest’anno, famoso per aver portato avanti con la moglie e compagna di una vita, (nati lo stesso giorno dello stesso anno) Jeanne-Claude Denat de Guillebon, un progetto artistico che prende il nome di Land Art.
Non tele, sculture, quadri e pennelli, ma spazi sconfinati e installazioni su larga scala, famoso per “impacchettare” palazzi, creare passerelle sul lago d’Iseo, con un percorso a piedi di oltre 5 chilometri, che vide arrivare oltre un milione di visitatori, o 250 metri delle mura Aureliane di Roma, a Porta Pinciana ecc. ecc.

Avrebbe dovuto impacchettare, nel mese di settembre, l’Arco di Trionfo a Parigi, ma la sua opera continua e sarà portata a compimento.
Per chi giunge a Siena, c’è il ponte di Ravacciano, che pare impacchettato come un’opera di Christo, ma parlando con qualche persona ci vive intorno, si comprende che non si tratta di un’installazione artistica, ma di lavori in corso che si protraggono da tempo.

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