Ci sono persone come Ilaria Cucchi, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, l’avvocato Fabio Anselmo, il capitano Ultimo, il professore Vittorio Fineschi, il brigadiere Salvo D’Acquisto che hanno contribuito a rendere l’Italia un paese migliore.
Così come tante persone con una tuta da lavoro, una divisa, un camice bianco da dottore, chi con una penna, chi con un decespugliatore, contribuiscono a rendere sempre più bella e giusta questa nostra Repubblica pagata con il sangue e la galera.
Non è questione di forza o di coraggio, quanto di verità e giustizia, quella di non smettere mai di perseguire la ricerca dei fatti, di come si sono svolti, quando una persona è stata precocemente rubata alla vita.
La storia è nota, il fratello di Ilaria non era un santo, aveva i suoi limiti, compiuto i suoi errori: una volta dentro una caserma dei Carabinieri termina la sua vita e iniziano i depistaggi, le mezze false e vere verità, la forza e la potenza di un Corpo chiuso a riccio per non far uscire fuori le cose come stanno.
Un fisico minuto, due occhi dolci, una donna di velluto e acciaio che combatte contro i mulini a vento e l’evidenza che si è voluto far credere che fosse il verbo.
L’Arma dei Carabinieri che viene infangata da suoi uomini, ma che per spirito di corpo, si stringe a corazza, così come tanti altri apparati della Repubblica.
L’avvocato Fabio Anselmo, il medico legale Vittorio Fineschi, ricostruiscono fatti e scrivono una versione diversa a come dicono i verbali, successivamente, alcuni militari finoscono sotto inchiesta. L’Arma si costituisce parte civile verso alcuni suoi membri.
Nel quotidiano, molti si sarebbero dati per vinti, molti, per comodità o indolenza, è certo che avrebbero fatto finta di niente, accettato la veità ufficiale o quella imposta.
Invece, non chinando la testa, ci sono persone che rendono l’Italia migliore.