La prima uva raccolta, la malvasia, è quella che avrà vita più lunga e intensa prima di poter finire nel bicchiere.
I grappoli scelti e radiografati nella loro forma migliore vengono raccolti in cassette in cui al massimo possono essere messi 4 chili d’uva e qui sostano per un periodo variabile in una stanza fresca e ventilata in modo da fare delle bellissime rughe facciali che concentrano zucchero.
La settimana santa è quella più attinente alla pressatura e sgrondatura per alimentare i caratelli di un liquido denso, quasi marrone che per almeno tre anni subirà le bizze climatiche delle stagioni prima di essere svinato, messo a riposare nelle damigiane e tenuto nascosto o bevuto prima che passi un prete e lo rapisca con la scusa che gli serve per dire messa.