
A Vertine, hanno il ruolo di feste comandate, impresse in rossissimo nel calendario, le ricorrenze del 25 aprile, del Primo maggio, della Domenica delle Palme e del Patrono San Bartolomeo il 24 agosto.
Le benedizione della frasca d’ulivo nella chiesa del Popolo, sentita quanto la festa della Liberazione, quella del Lavoro o quella del Patrono con la necessità di rivedersi tutti quanti a tavola in piazza.
Successiva alla comunione fisica o spirituale della frasca, delle onoranze ai nostri caduti, del sudore nei campi, di una camminata nelle meraviglie del Borro di Parabuio, c’era la consuetudine della brace da salsiccia o del tortello maremmano agli spinaci con il sugo diviso in terzieri (come l’Antica Lega del Chianti non inventato) studiato e messo in pratica al Salvino.
Con una bottiglia del sangiovese o canaiolo di Gianluca, con una scorpacciata dell’allegria di Frizzina, con un volo di rondine sui ventricoli, andando avanti.