Frutta fresca, che rinfresca e disseta, al posto dei classici pane e granturco, alimenti secchi che alimentano la sete dei cighiali, con i corsi d’acqua asciutti, che non permettono alcuna abbeverata al bestiame di allevamento in questa infuocata estate chiantigiana.
Un benefico apporto di sali minerali e acqua per la dieta delle care bestiole prima di gettarsi voracemente sul’uva in maturazione, anch’essa stremata prima dalla gelata e poi da questo caldo siccitoso.
Se questo è un “dialogo costruttivo” dopo che la Regione Toscana ha provveduto in tempi celeri a trovare la norma per permettere la ricostruzione dei “luoghi di ricreazione” fatti abbattere mesi indietro dalla Guardia Forestale, poi confluita nei Carabinieri.
Fonte: Il Cittadino
Non c’è possibilità di dialogo con chi è fanatico e non ascolta le ragioni degli altri… nel Chianti devono venire le televisioni di tutto il mondo a immortalare lo scempio paesaggistico che questa malattia comporta!!!!!!!
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Ci sarebbe da divertirsi con qualche pazzo che svalvola totalmente davanti alle telecamere 🙂
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Sarebbe salutare vedere il fanatismo del cinghiale illustrato in tutte le televisioni…. del mondo.
Il Chianti è conosciuto universalmente, ma in pochi sanno delle centinaia di chilometri di reti stese per proteggere i campi e delle pattuglie di operai che servono per garantine l’integrità.
Se le aziende iniziano a mandare a casa il personale c’è da dire grazie all’allevamento intensivo del cinghiale….
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