Seguendo un sentiero tracciato da piccole impronte sulla spiaggia, fessure sulla sabbia riempite di acqua salata, piovana, miele e olio essenziale di lavanda che si può seguire volendo ad occhi chiusi per la guida intensa di profumo nobile, si giunge al campo dei miracoli di Lecce, dove in ogni stagione, con ogni clima, intemperia, docilità di sole, si apre e si svela per quasi impercettibili istanti un petalo scarlatto, un brivido emotivo, un sorriso cheto, una sedia a dondolo dove si riposa una rosa con qualche spina pungente.
A Lecce nessuno conosce il nome delle vie, anche l’abitante di una strada consulta la mappa nel telefono per essere certo di sapere dove vive.
Il centro storico è un labirinto di case di pietra gialla e al tramonto la città prende la forma e il colore di un enorme calice pieno di rosato fatto con uva da salasso di negroamaro.







































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