Nasce nel 1452 da Billoro e Locia di Malafrasca, ricchissimi commercianti di spezie e produttori di cacio e ricotta.
La bimba crescendo, è dotata di una bellezza fuori dal normale e portata per le arti della danza e del ricamo.
Il padre vuole far giungere la famiglia verso quella nobiltà araldica che non può avere pur essendo ricchissimo e l’unico modo per arrivarci è maturare per la figlia un sano matrimonio di interesse con qualche testa di nobile.
Muzia Piedidiacci cresce divenendo donna bellissima, coltiva la danza, l’orto, i cani e il rosario anche se non le gusta stare inginocchiata a giornata su una panca a battersi il petto.
Nel 1472 Billoro intravede alla gara della Ruzzola un giovane di belle speranze, tal Billocco del Monte che ha appena fondato la prima banca al mondo fra lo scetticismo generale dei ricconi: era il fondatore del Monte dei Paschi di Siena.
Di famiglia nobile, trentenne di bell’aspetto e dall’araldica pesante, bisognoso dei finanziamenti di Billoro e follemente invaghito dalla bellezza della di lui figlia, s’ intesero alla svelta nello studio notarile di Onofrio Del Grillo sulla cerimonia e sugli importi per la banca e la dote della sposa.
Muzia però non parlava. Dalla nascita era chiusa in un mutismo assoluto che venne preso come un capriccio di bimba, poi di adolescente, poi si pensò ad un voto di silenzio a qualche entità del paradiso.
Il padre voleva una risposta affermativa al matrimonio ed iniziò a pungolare con ago la mano sinistra e lei niente, un ferro e niente, mollette, api, ricci di castagna, piante grasse, graffi di gatti e niente, nessuna risposta.
Le mise la mano su un braciere e la ustionò senza che un sussurro o un lamento le fuoriuscissero dal bellissimo corpo.
Billoro capì allora che era muta.
CHE BABBO “DURO”:)))))))))))))
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donne così -mute- non ci sono più ….bella e non parlante, un sogno. ciao gp
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Sai, a quei tempi non guardavano tanto per il sottile quando si trattava di soldi ed interessi,meno male i tempi sono cambiati 🙂
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Questa era una donna davvero speciale, oltre a non parlare era di una bellezza fuori dal comune come dimostrano certe stampe d’epoca.
Bellissima da far bene agli occhi.
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Mi torna in mente la barzelletta del còrso che col ciuco scende dal monte a valle per prendere moglie (ovviamente raccontata da francesi)…
Vu’mmi sembrate come i’ccorso.
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@filippo
io la barzelletta non la sò…dai racconta
ciao gp
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Andrebbe vista, non solo sentita, ma..
bene: un corso scende dal monte con il suo ciuco per andare a cercar moglie al piano. Trovatala, se ne ritorna al monte, sempre senza proferir parola, portando la nuova moglie sul ciuco, lui a piedi.
A un certo punto il ciuco s’impunta e non vuol proseguire. Lui, zitto, si mette di fronte al ciuco, lo prende per la cavezza, lo guarda negli occhi con espressione piuttosto seccata e gli mostra deciso l’indice teso della mano destra, per il resto delle dita serrata a pugno. Il ciuco abbozza e riparte.
Dopo un po’ la silenziosa carovana si riferma perche’ il ciuco si impunta un’altra volta. Stessa scena: il corso si mette davanti al muso del ciuco, lo guarda negli occhi con espressione sempre piu’ truce e gli mostra tesi indice e medio della mano destra. Ciuco abbozza e riparte.
Dopo un altro po’, il ciuco costringe a una nuova sosta. A questo punto il corso, sempre senza dire una parola, tira fuori un fucile a canna mozza da sotto la zimarra e tira in testa al ciuco, abbattendolo
sul posto.
La sposina, allibita, e’ costretta a questo punto ad andare a piedi. Andando comincia a piangere per la sorte del povero ciuco, e povera bestia di qua, e non dovevi di la’..
Dopo neanche un minuto di questa litania il corso, sempre zitto, si mette di fronte alla sposina, la prende per le spalle e con espressione truce le mostra in faccia l’indice teso della mano destra…..
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Ciuco a parte povero animale, i corsi sono sempre stati saggi 🙂
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