“Il carretto passava e quell’uomo gridava gelati…”. Impossibile non pensare all’attacco della celeberrima canzone “I giardini di marzo” di Lucio Battisti e Mogol davanti a un barroccio per gelati in data primo di marzo corrente anno.
Un velo di sana invidia per chi ha vissuto e si è innamorato a quei tempi: in quel lontano 1972, anno in cui veniva restaurata la torre di Vertine, le etichette delle bottiglie erano elementari, i produttori di vino pochi e ben riconoscibili, Monzon diventa Campione del Mondo, Berlinguer segretario del Partito, Eddy Merx vince il giro d’Italia e Mennea è campione europeo, Willy Brandt diventa cancelliere, vengono ritrovati i Bronzi di Riace e Federica compiva quattro anni.
E immenso amore
E poi ancora, ancora amore, amor per te
Fiumi azzurri e colline e praterie
Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L’universo trova spazio dentro me
Ma il coraggio di vivere quello ancora non c’è