La Pievina, frazione cretosa di Asciano, dove la potatura degli ulivi pare fatta da una squadra di lanzichenecchi in vena d’ironia.
Piccolo borgo antico e agricolo dove la preghiera era più una litania di accidenti al cielo per via dell’argilla inospitale a qualunque seme, che lo sterco di pecora, rilasciato dalla nascita di pochi e stentati fili d’erba, ha contribuito a rendere fertile.
Una parte di suolo una volta marino, con una crosta dura che pareva suolo lunare.
Poco distante da qui, le lacrime per i sassi sparsi e i calcinacci della Badia a Rofeno, franata e mai più risollevata da imperizie umane.