Con il grano intorno ai 28 Euro a quintale, il pane (mediocre) costa ben 3 Euro al kg.
Quando era la base dell’alimentazione mezzadrile, insieme a ortaggi, vino, olio, prodotti del pollaio e poco altro, il pane era l’unità di misura del sogno e dell’avvenire, il pane e le rose di un mondo migliore.
L’introduzione della “Tassa sul macinato” (imposta sulla macinazione di frumento e cereali in genere) da parte del governo di Luigi Menabrea per risanare le già disastrate casse del Regno d’Italia (a pochi anni dalla creazione dello stato unitario) causò gravi sollevazioni popolari e disordini, fino al ritiro dell’iniqua legge.
Allo stato attuale, un qualsiasi pezzo di pane “comune” fatto in serie, si misura in pochi millimetri di crosta, lievitazione di pochi minuti come si vede dalla compattezza della midolla, coltello che sbriciola la crosta e si tira dietro la massa di pasta poco cotta che fa venire una palla bianca informe al centro del pane denominato “Guanciale”.
Guanciale come quello in cui le persone si appisolano, finendo per digerire tutto.