“E’ una sconfitta per gli agricoltori la sospensione del TAR al piano della Regione che prevedeva l’abbattimento di femmine e piccoli di capriolo.” E’ quanto dichiarato da Francesco Miari Fulcis, presidente Confagricoltura Toscana che commenta così la decisione del TAR di accogliere il ricorso presentato dall’associazione Urca: “Si vanificano così tutti gli sforzi fatti per dar seguito agli obiettivi della delibera di Giunta regionale che puntava a far fronte ad una situazione insostenibile per l’agricoltura toscana, la sovrappopolazione di questa specie danneggia in modo irreparabile il nostro sistema agricolo senza che ci possa essere una soluzione adeguata”.
Siamo di fronte a una popolazione abnorme, a un numero spropositato di caprioli.
Francesco Colpizzi, Presidente federazione vitivinicola di Confagricoltura Toscana: “Questi animali mangiano sia i germogli delle viti che i frutti creando danni di milioni di euro: non si tratta solo di registrare una diminuzione della quantità di vino, i viticoltori sono privati in questo modo, di un prodotto che non è replicabile (le uve di una stagione sono prodotti irripetibili) senza considerare i danni strutturali perché le piante private dei germogli vanno in sofferenza. Troviamo singolare che il ricorso al TAR sia stato promosso non dal mondo ambientalista, ma da Urca, un’associazione del mondo venatorio, che ha interessi nella commercializzazione della carni degli ungulati selvatici e non certo impegnata nella difesa dell’ecosistema”.
sto vedendo, in questi giorni, degli spettacoli architettonici a protezione delle vigne cariche di grappoli. Vere e proprie fortificazioni. Come se i costi di produzione non fossero già abbastanza.
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Colpa dell’ottusità degli organismi politici regionali se il paesaggio si è ridotto a un bunker sempre più fitto e alto per proteggersi dalla voracità e dalla esagerata presenza degli animali.
Il loro contenimento, la fine della pasturazione, sono le uniche condizioni per ristabilire un equilibrio sul territorio, ma il peso specifico dell’agricoltura è pari a zero. Vale più la logica dell’allevamento degli ungulati.
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