Dice un signore beatamente assorto e seduto in una panchina del giardino che se non ci fosse stato Tita, quest’area di pace dentro Montalcino sarebbe un ricovero di sterpi e di abbandono come è stato per anni.
E invece è uno degli angoli più esaustivi dello stato d’animo di una persona dotata di un’ampia dolcezza, che dedica il suo tempo al ricordo e alla cura di uno spazio dove regnano le mimose in fiore anzitempo e dove vive felice una colonia di pesciolini rossi, di nani da giardino, di sognatori mai domi che amano il luogo in cui vivono.
Pingback: Montalcino: il giardino curato da Tita occupato da un ristorante - Il Cittadino Online
Pingback: Montalcino: il giardino curato da Tita occupato da un ristorante | Andrea Pagliantini