
Anche se casco con gli sci in qualche dirupo amiatino non mi posso di certo fa più male che con la trona della domenica passa al referendume.
Ho bisogno di svagammi e capire con i collaboratori più fidati come mai le cose sono andate così male, nonostante la mi socera me l’avesse detto già in partenza che le basi per fare una figura lordesca c’erano a bizzeffe.
Qui all’Amiata c’è pace e quiete, mi ritempro i panni e la testa per ributtare al di là della Sieve la buonezza della mi crostata politica.
Mangio come un tordo qui all’Hotel Ristorante K2, rifocillato dai mangiarini della signora Mariella, che se non fossi già impegnato con la mi socera la rapirei volentieri alla cucina dei suoi clienti e dei suoi cari.
Dianzi m’ha fatto una zuppa di cipolle e un arrostino di cinta che mi hanno rianimato il corpo e la mente… qui pare ci vengano da ogni dove attratti dalla bonezza delle specialità di questa signora tanto bella.
A me la vita in montagna e sciare garbano parecchio, ora che sono più libero se la signora Mariella, per come accoglie e cucina, avesse bisogno di una mano per tagliare il pane e servire ai tavoli, dico alla mi socera che non mi ricandido e mi fermo qui.
Ai suoi tempi ha fatto parte della valanga azzurra
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Pingback: Piaceri dell’Amiata: l’acqua termale della balena bianca e i tortelli di Mariella | Andrea Pagliantini