Il paesaggio, la Regione e altre verità: il piano della Toscana sarà smentito dai fatti?

Lo scorso 5 luglio, a pagina 18 de “il Fatto Quotidiano”, ho letto un articolo a firma di Tomaso Montanari (“Il Piano che salva il Paesaggio”). Un articolo davvero incoraggiante, da cui cito il seguente paragrafo: “I segnali che vengono dall’amministrazione regionale toscana, per bocca del presidente Enrico Rossi e dell’Assessore Anna Marson, sono molto incoraggianti, forse questa regione, così ricca di civiltà e di meriti potrà segnare una svolta.”.

Nell’articolo Tomaso Montanari aveva fatto sue le parole di speranza con cui Salvatore Settis (presidente del FAI) concludeva un suo libro sul paesaggio italiano, e in questa Italia in svendita un cittadino non può che sentirsi sollevato all’idea di abitare in una regione in cui la politica sa anche esprimere concretamente azioni di salvaguardia e di tutela nei confronti del paesaggio. Di quel bene che non a caso sta alla base di un’economia rilevante in questa regione. Sì, perché la Toscana non è nota in tutto il mondo per i vini e i formaggi, ma prima di tutto per il paesaggio e l’arte. E se il Brunello di Montalcino (giusto per citare il pivot enologico regionale) ha carisma internazionale, il paesaggio in cui esso cresce e viene fatto è il punto di partenza di questo successo, non altro.

Orbene, io scrivo queste righe in accompagnamento di un comunicato che lancia un allarme terrificante; perché se è vero che la Regione Toscana ha redatto un magnifico Piano Paesaggistico Regionale, in questo comunicato si avverte il lettore che il suddetto Piano nei fatti verrà smentito e che il paesaggio, in cui nascono vini, olio extravergine, formaggi, farro e i profumi della mediterraneità, è minacciato da un’idea di business che con il Grand Tour (con cui il nostro paese è divenuto la base formativa della cultura europea) non ha assolutamente niente a che vedere, anzi nei fatti sarà una negazione del Piano Paesaggistico. E sappia – chi legge – che sto parlando della zona al confine tra le terre di Siena e la Maremma, Amiata incluso.

Sento lamentele sul turismo che decresce e posso solo immaginare quali saranno i dati del turismo, quando il visitatore, tra bosco e vigne, tra un casale ‘tipico’ e il profilo di un colle si troverà ad ammirare una centrale geotermica, una delle decine di centrali geotermiche di cui la Regione Toscana ha concesso la progettazione tra Val d’Orcia, Amiata e Maremma; tra Montalcino, Montenero, Castel del Piano e Cinigiano.

La stessa Regione che ha messo a punto uno degli strumenti più avveniristici ed efficienti per proteggere quel bene che è la sua stessa anima. Visitare il sito della Regione per credere.

Mi auguro – lo spero con tutto il cuore – di essere smentita; mi auguro che tutto il lavoro di migliaia di persone, nate qui per la maggior parte, ma anche arrivate in questa terra attratte dalla sua bellezza, non vada in fumo e in vapore. Mi auguro – lo spero con tutto il cuore – che la politica scelga di essere al servizio del bene dei cittadini tutti, e non del business di alcuni.

Silvana Biasutti

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0 Responses to Il paesaggio, la Regione e altre verità: il piano della Toscana sarà smentito dai fatti?

  1. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    Altro segno della doppiezza con cui il PD gestisce le cose. Da una parte l’effimero, ciò che fa fare bella figura spendendo poco, ciò che si piazza bene con comunicati a difesa di colline e cipressini. Dall’altra la Realpolitik del non saper progettare, del coprire le lacune con le pezze del “dare lavoro”. Lavoro che si dà con la testa e con l’impegno, non con le solite mostruosità che serviranno a poco, saranno pagabili alla collettitivà per i prossimi secoli e faranno comodo a pochi, ma qui mi zitto perchè sennò dico che sono come i democristiani.

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  2. Avatar di silvana biasutti silvana biasutti ha detto:

    Questi temi, in un momento delicato e spaventoso, come quello che stiamo vivendo, sono strategici. Ma bisogna fare ogni sforzo possibile per far capire a tutte le persone che bisogna chiarirsi: non ci sono equazioni in cui la sparizione di un bene comune, del paesaggio, della salute (mentale e fisica connessa ad esso), dell’economia (che bisogna imparare a gestire meglio e a far fruttare, anziché sfruttare) vale qualche posto da manovale (probabilmente dopo avere perso quelli da piccolissimo imprenditore, da operatore del turismo, da agricoltore, da operaio agricolo. Però io mi sforzo di capire quanti – zero zero zero: informazione, ragionamento, cultura – sono succubi di un partito (non dell’idea, rispettabilissima, ma degli uomini che quest’idea se la sono messa alle spalle e sta assumendo la forma di una banana) non sanno che aggrapparsi all’illusione del posto di lavoro. Bisogna spiegare e non basta mai.

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