
Quando passa la mano del vendemmiatore o della più recente vendemmiatrice, sono quei piccoli grappoli verdi che rimangono in alto, quasi all’altezza dell’ultimo filo, che per asprezza non hanno il coraggio di beccare neanche cornacchie e ghiandaie.
Ma passano i giorni nel dolce tepore autunnale con le viti alleviate delle ciocche più maestose e al momento, quanto i volatili più voraci disdegnavano, sono una miniera di sentori con la buccia croccante e il vinacciolo tostato.
Un po’ come gli ultimi pomodori dell’orto raccolti quasi a pianta secca: una bontà sopraffina, che gli intenditori (quando si era più semplici) raccoglievano in questo periodo per fare un maestoso vino degli scarti altrui, che avrebbe schiantato i bicchieri.