La festa del bosco umido

E’ tempo di aggomitolarsi al tepore di un camino o in pochi metri quali dentro ai quali non circolino spifferi di rabbia e di inciviltà.
Non è più il tempo di Neruda o di Montale, l’ermetismo di Ungaretti, che in tre parole fa esplodere la voragine di uno stato d’animo annientato di trincea, la tenue fiammella di sogno o di speranza.
La dittatura della carta igienica della finanza, il profumo del bosco umido lisciato da un tenue sole caldo come le fusa di un gatto.

Questa voce è stata pubblicata in Arte e curtura, Chianti Storico, Federica, Fotografie 2019, La porta di Vertine e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento