
Rocca di San Gimignano, la parte più alta e panoramica della città turrita, con un caldo quasi estivo che la fa riempire di persone, mentre suonatori d’arpa e di violino allietano il passeggio, alberi in fiore, signore che disegnano abilmente su taccuini la bellezza che hanno innanzi, famigliole che camminano fra le margherite e una signora straniera, sulla settantina, che a trenta metri dai bagni è a cacare amabilmente in un angolo mentre frotte di persone passano, fanno finta di niente, tirano innanzi veloce.
La signora compie l’azione con calma, abbassa il vestiario, si accascia ma non troppo, mette al sole il candore del proprio corpo, annaspa con qualcosa che pare carta, riempie un sacchetto, si riassesta il vestiario e si mette sulla panchina davanti alla magnifica chiesa di Sant’Agostina, liberata dal peso.
Poco avanti signore bergamasche si ingegnano per aspettare i propri canini sul punto preferito dove depositare e raccogliere con dovuto garbo i fumanti pensieri.
A San Gimignano quasi tre milioni di visitatori l’anno per la legge dei numeri.
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