I puristi degli antani e della nouvelle cousine che impone la spiegazione di tre quarti d’ora per riuscire a capire lo stato dell’arte astratta scivolata, o scolpita nel piatto, inorridiscono alla concretezza di una trattoria familiare vecchia maniera dove in cucina ancora si fanno cose semplici (quindi le più difficili) in maniera strepitosa.
Era il 1948, quando il nonno Ugo, si trasferisce da Torrita a Rapolano Terme e rileva la “Trattoria La Patria” che è il locale più antico di Rapolano.
Dal dopoguerra sono quattro le generazioni di Giardi che si sono succedute nella guida del locale, ora la cucina è il regno della signora Giuseppina, mentre in sala c’è Roberto, il marito, più noto come Buzzino, per via della non elevata statura e la pancia prominente, burbero e battutitista come pochi, vera stella e padrone della sala dove pattina, danza e corre, che recita il menù come un salmo, una celestiale litania.
Il vino o bianco o rosso. Cambia secondo esigenze, il formato della brocca,mentre il salmo recita delle basi fisse stile il rollè di maiale, salsicce e fagioli,o il rosbiffe o i pici o le tagliatelle al ragù da vera commozione.
Spesso la nana e il conigliolo in umido, capita anche una rivisitazione del fegato alla veneziana che riconcilia alla vita.
Come i crostini, neri verdi ecc. con l’introvabile crostino alla bietolina rossa che è una vera chicca per il palato.
E se in sala dovesse arrivare la classica caccola milanese, pretenziosa a cui non va mai bene niente e si lamenta su tutto, niente paura, ci pensa Buzzino a metterlo in riga senza alcuna aggiunta alla spesa sul conto per il divertimento.
In una sala gremita di gente, il milanese ultimo arrivato comincia a insistere:” Scusi eh!!”, “Mi scusi eh”, “Guardi, mi scusi è”, “Sono qua nè”…..
“Si, ora, quando ho fatto vengo!!!”.
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speriamo che duri
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