Il primo capanno fra i portici di Greve

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A Greve sta suscitando molte polemiche l’innalzamento nella piazza di una struttura per accogliere i clienti di un bar che va ad offuscare la fruibilità visiva dei portici e della piazza nel suo insieme.
L’amministrazione locale, di concerto con la Soprintendenza, ha concesso il permesso di edificare il “dehor” (così questi capanni si chiamano) come solitamente avviene in quasi ogni città, come Firenze o Siena insegnano.
Molti cittadini di Greve si ribellano e pensano a come possa diventare la piazza se ogni locale, in virtù di questo precedente, chiedessero a loro volta di montare uno di questi capanni.

Ne ha parlato per primo Chiantisette e poi sia il Corriere Fiorentino, sia una significativa lettera pubblicata sul Gazzettino del Chianti spedita dalla signora Miriam Serni Casalini.

Già le auto che sostano nella piazza non sono un bel vedere, ma offuscare i portici con queste strutture, dimostra come l’amministrazione comunale, di concerto con la Soprintendenza hanno messo bene in pratica il concetto del ministro della cultura Dario Franceschini, di valorizzare il nostro patrimonio storico e culturale.

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