Caccia al cinghiale S.P.A: il governatoio dei cinghiali di San Martino al Vento

Come arrivare al mare attraverso un corridoio di arbusti di macchia mediterranea sospesa sulla sabbia, con la differenza che si tratta di terra arida e sassi del Chianti.
La trasformazione da terra a sabbia finissima (fra cespugli di scope e ginestre fiorite) è dovuto al fatto che quest’ area è oggetto di scarico foraggio (pane e mais) per l’allevamento del cinghiale e il grufolare costante degli ungulati in questa grande sala mensa self – service ha ridotto la terra in sabbia di mare con le impronte di gomme tassellate che indossano i fuoristrada per portare pane e companatico.

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0 risposte a Caccia al cinghiale S.P.A: il governatoio dei cinghiali di San Martino al Vento

  1. Giorgio ha detto:

    Allora secondo te si deve smette d’andà a caccia

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  2. Guido ha detto:

    No caro Giorgio, la caccia deve tornare come anni fa,non sono contro la caccia . Perché governando illegalmente i cinghiali e vendendo i cani da caccia a migliaia di euro ed altre “manfrine varie” state rovinando un territorio, state levando posti di lavoro nel settore agricolo, causando il doppio di incidenti stradali per non parlare di incendi appiccati da cacciatori ecc….. io la chiamo mafia del Chianti!!! Fatti un esame di coscienza.

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  3. filippo cintolesi ha detto:

    Allora secondo Giorgio anda’ a caccia significa devastare un bosco con pratiche vietate di foraggiamento..
    Io questa non la chiamo caccia, la chiamo allevamento brado su fondo altrui. E sottolineo su fondo altrui.
    Come dovrebbe essere considerato questo? Un diritto di enfiteusi? A parte il fatto che mi sfugge come si sia costituito questo diritto (a meno che non si faccia avanti il concedente) l’enfiteuta deve: 1) migliorare il fondo e 2) corrispondere un canone in natura o in denaro. Sottolineo: deve migliorare il fondo.
    Se la forestale trova un bosco in quello stato puo’ benissimo fare il mazzo al proprietario del fondo.

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  4. anna maria ha detto:

    Non avrei mai più pensato di dovermi ritrovare circondata da pali/reticolati/barriere/ fili elettrici di ogni tipo ed altezza…. dopo ben 72 anni: nel 1942 passato quasi un anno in un campo di concentramento Inglese in Africa!!!
    E pensare che abbiamo lasciato il caos di Roma ben 17n anni fa perchè Vertine e dintorni
    erano una oasi di pace e di natura aperta a tutti!!! Non avremmo mnai più pensato di dover rinunciare ad avere un pratino verde intorno a casa perchè i ” SANTI CINGHIALI”
    devono poter circolare ovunque …. Come mai intorno a Pianella/ CastelnuovoBerardenga non ci sono questi reticolati?
    Forse perchè ai camioncini pieni di pane (che non penso sia solo l’invenduto …) non viene dato il permesso di arrivare fino a laggiù?

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  5. Andrea Pagliantini ha detto:

    Credo che Giorgio si riferisse a me, autore del post, sul fatto di dover chiudere la caccia.
    Rispondo pacato e rapido: no, la caccia non va chiusa, dovete solo iniziare a pensare che la vostra Società per Azioni non può condizionare la vita di chi non va a caccia e desidera fare altro che allevare cinghiale sui propri terreni….. si chiama civile convivenza e rispetto reciproco….. invece di strillare e bestemmiare come ultras di pallone, basta parlare e sono certo che si finirà per trovare il punto d’incontro fra agricoltura e caccia al cinghiale. Ora il rapporto è troppo squilibrato verso l’allevamento e la vostra Società per Azioni per pochi.

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