Giancarlo, custode della chiesa di Barbischio e poi un filo logico che riunisce una sfilza di moccoli pronunciati con ardore nello svolgimento dei lavori di campagna intinti di difficoltà metereologiche, pavesini burocratici e fili spessi che legano la semplice bellezza di luoghi inconsueti, deliziose cappelle, la Madonna della Misericordia di Simone Martini e una struggente malinconia di foglie morte non raccattate o portate via dal vento in un silenzio rotto da sparatorie cinghialaie di sottofondo.
A Barbischio come a Castagnoli l’arrivo di 50 persone tutte insieme provoca allarmismi da protezione civile per gestire il traffico e le precendenze stradali con gli storni vanno a dormire nei nidi dentro i cipressi.

Stralci di Chianti che non piove e non fa freddo messo insieme dal Centro Guide Siena per un pubblico attento che ama, o finirà per amare questi luoghi  e per tornarci spesso.
Poi a Barbischio, fra un gruppo che usciva di chiesa e un ‘altro che temporeggiava fuori ascoltando la descrizione del posto……. suona un cellulare.
Per educazione il tizio che scrive si mette appena dentro la porta della chiesa per non dare fastidio e il tenerissimo e incazzoso Giancarlo dice che:” In chiesa un si telefona” e sbarra la porta e si rintana nella casa del prete sigillando le porte che solo per mezzo di due berci della Rina consentono di ristabilire le porte aperte e proseguire la visita.
Si chiude con la tappa finale alla cantina dei fratelli Cantalici che hanno i galli neri del cortile già a cuccia per il buio e la cantina con una vasca di vino bianco ricoperta di ghiacciolo che affascina i presenti di domande e foto.
Parlando di storia e territorio ha senso assaggiare qualcosa fatto da volti che tramanderanno ai propri figli ciò che fanno.
Puntata numero zero di un flusso turistico che arriva con rispetto e in punta di piedi.